Tanto non servirà a nulla, e molta gente è comunque in preda alla disperazione e freme dalla voglia di vedere i milionari in calzoncini, ma per quanto mi riguarda il calcio professionistico può anche andare a farsi benedire. Duri colpi erano già arrivati con calciopoli, poi il calcio scommesse, le continue inutili risse da stadio, programmi inutili basati sul nulla con la pretesa di essere seri in cui si pontifica sulla serietà di questo sport, gente viziata che pensa di essere al di sopra della legge, che arringa i tifosi contro quell'arbitro o quel dirigente, ma con questa specie di sciopero hanno veramente pisciato fuori, per quanto mi riguarda. Qual'è l'unica maniera di fargli capire che ne siamo stufi? Molto semplice, levandogli i soldi. Ma come si fa, direte voi, noi non siamo i presidenti, non siamo noi a pagare gli stipendi. E invece sì, siamo proprio noi a pagare fior di quattrini queste sottospecie di semidei, andando allo stadio, pagando costosi abbonamenti per vedere le partite in TV, facendo in modo che attorno a questa pagliacciata ci sia un giro di sponsor da miliardi di euro che noi stessi mettiamo in moto seguendo a milioni e milioni ogni domenica questi buffoni che hanno dimenticato la storia e l'essenza di questo sport, e dello sport tutto. I calciatori guadagnano in base a quanta gente versa soldi nel business del calcio. L'unico modo per levargli i soldi e fargli fare un bagno di umiltà è quello di ignorarli in massa, basta spendere centinaia di euro per andare allo stadio, basta pagare esosi abbonamenti TV, basta comprare gadget, riviste specializzate e stare incollati al televisore per vedere interminabili trasmissioni in cui ci si insulta e basta.
Per quanto mi riguarda, il calcio professionistico e i calciatori, Inter compresa, la mia (ex) squadra del cuore, d'ora in poi saranno solo una nota di folklore di cui sentirò parlare nei bar da qualcuno a cui ancora interessa parlarne. Vado a fare sport, quello vero, e sabato e domenica torno per strada a gareggiare. Prendete il pallone e infilatevelo in quel posto.
Ma mica considererete il calcio (almeno quello italiano) come uno sport? E' poco più che una forma ludica di interessi economico-politici.
RispondiEliminaFrancè ci vorrebbero tanti, tanti, tanti palloni.
RispondiElimina@ Franchino, purtroppo ora è così, ma un tempo vedevo il calcio come qualcosa di magico, fatto di grandi campioni e grandi sacrifici. Ora, invece...
RispondiElimina@ Giuseppe, ma proprio tanti tanti ;)
Io, pur condividendo in linea di massima le tue posizioni, non ce la faccio.. Ci provai a sua volta verso il 2002 a boicottare il ciclismo. Per poi ritrovarmi da li a poco, come sempre, a prender ferie per vedermi il tappone del giro e a star sveglio tutta la notte a vedermi il mondiale dal kilometro 0. Lo stesso per il pallone. Limito la mia attenzione al tempo che va dall'uscita dal tunnel dei giocatori al loro rientro. Evitando come la peste le chiacchere pre e post. Certo, alimento un mostro orrendo. Ma se dovessi valutare sul piano etico ogni singola azione e le sue conseguenze impazzirei. Io voglio solo il mercoledì sera metter a letto i bimbi, una peroni ghiacciata, una frittatona di cipolla e diretta gol Champion's league.
RispondiEliminaCiao e ancora complimenti per il blog. Vorrei invitare tutti ad una considerazione: non credete che in Italia il calcio occupi così tanto spazio mediatico proprio perchè gli altri sport, prima tra tutti la nostra amata atletica, non ha alcuna visibilità? In Corea solo un bronzo nel salto in alto, per il resto buio totale. Eppure un tempo non era così. Non produciamo più giovani atleti interessati agli sforzi in pista, mentre il mondo del pallone arraffa tutto, benchè non riesca più a veicolare alcun valore educativo (soldi, successo, vittoria a tutti costi, calciatori iper-tatuati e pochezza intellettuale). Un trampolino di lancio per l'atletica potrebbe essere la scuola. Forse avremmo bisogno di un primo ministro maratoneta, invece che presidente di un club di calcio. Qualcuno si vuole candidare per il 2013?
RispondiEliminaSaluti, Mac
@ Hal 78
RispondiEliminaTi capisco benissimo, anche a me piace il calcio, benchè ne aborrisca fortemente la violenza e gli insulti che quotidianamente ci si scambia per questo sport. Tuttavia, non riesco proprio più a sopportarlo, un duro colpo era già arrivato con calciopoli, poi il calcio scommesse, questa è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. D'ora in poi seguirò solo il calcio dilettantistico.
@ Doctor Egg, grazie per la visita e per i complimenti. Purtroppo hai ragione, la questione dell'atletica è molto diversa rispetto a prima. Ma questa è anche legge di mercato, non solo di valori e voglia di sacrifici. Per quanto gli atleti del passato fossero forti (cito a caso Lambruschini, Panetta, Damilano, Bordin) non è minimamente paragonabile, a parità di valore atletico, il guadagno che si ha giocando a calcio, e questo, purtroppo, vale solo per l'Italia. Negli USA un buon atleta ha sponsor e una squadra che lo paga, in Italia un calciatore scarso di serie C1 guadagna più di un ottimo atleta che si fa un mazzo 7 giorni a settimana. Ma siccome è il mercato che fa il prezzo, è anche una questione di disinteresse del pubblico. Se non ci sono spettatori, non ci sono sponsor, perché non c'è ritorno di immagine. Anche quando producevamo atleti validissimi la gente perlopiù se ne disinteressava, o se ne interessava, come per il rugby, solo a periodi alterni e quando vedevano la maglia azzurra. Fa tristezza pensare ad esempio che molti non sappiano chi sia Lambruschini, eppure è stato uno dei migliori mezzofondisti italiani di sempre, e uno dei migliori siepisti del mondo, capace di reggere il confronto con i grandi keniani della specialità. E purtroppo hai anche ragione sulle scuole, che dovrebbero educare meglio allo sport i ragazzi, e che invece tale attività di sensibilizzazione è andata via via deteriorandosi, da una situazione già penosa che vedevo io ai miei tempi, con i famosi Giochi della Gioventù ormai al tramonto, si è passati al nulla totale. I campionati studenteschi sono diventati perlopiù una mezza sola, e qui mi fermo altrimenti il discorso non finisce più.