mercoledì 7 settembre 2011

GARE E INFORTUNI

Per un pò, proviamo inizialmente due settimane, dovrò accontentarmi di vedere la corsa attraverso queste foto delle ultime due gare, foto di cui ringrazio, come sempre, i genitori di Davide. La seconda gara del giro di ritorno, questa di Stintino, nella mia seconda stagione di corsa, mi fa capire definitivamente che se non voglio rovinarmi devo assolutamente curare questa tallonite che mi affligge. E da qualunque parte la guardi, serve riposo e terapia, possibilmente non invasiva, perché a quanto pare è rischiosa. In ogni caso non penso sia grave, riesco a camminare comunque, e in teoria anche a correre, ma i sintomi si fanno sempre più pesanti, rendendo difficoltosa la corsa stessa, e a lungo andare potrebbe creare problemi anche più gravi, e non solo al tallone. Farò un'ecografia al tallone, dopodiché mi rivolgerò a un ortopedico sul da farsi, lo stesso che mi ha trattato con successo la periartrite. Nel frattempo, crioterapia e talloniera in gel, stretching ma nessun antidolorifico, che a quanto pare potrebbe mascherare l'infiammazione dandomi illusorie sensazioni di benessere inducendomi a caricare impropriamente il tallone. Parlo brevemente delle ultime due gare, andate un pochino sotto tono rispetto alle mie medie al km abituali della miglior forma.
A Stintino ospiti d'eccezione, sabato 3 settembre, con al via Alessandro Lambruschini, vera leggenda dell'atletica italiana e mondiale, più Markus Ploner, vice campione italiano dei 5000. Ovviamente Lambruschini non è più un giovanotto, ma è ancora un corridore molto in gamba, come ci farà vedere in gara, e concluderà terzo dietro Ploner e il nostrano Tanca, che quest'anno va davvero molto forte, classificatosi 6° assoluto alla Pistoia - Abetone. Solitamente atleti di livello di Ploner in Sardegna si vedono solo in gare regionali a carattere nazionale, stavolta è un bel diversivo avere un top runner anche in gare strettamente provinciali. La mia gara è poco brillante, la pioggia mi fa scivolare le scarpe, il tallone non mi permette l'agilità che vorrei e la preparazione che (purtroppo ora interrotta...) stavo facendo per la mezza maratona di Usini non è molto adatta alle corte distanze come questa garetta di 5,13 km, nonostante le poche pendenze. Parto veloce, ma mi accorgo subito che ho poca agilità, lascio fare quelli davanti e arretro, sapendo che comunque la bagarre tra Ploner, Tanca e Lambruschini non mi compete proprio. Pian piano mi rendo conto che alcuni sconosciuti che sono partiti insieme al gruppo di testa non sono dei "top runners", e in poco tempo li riassorbo guidando il gruppo di inseguitori composto da me e altre due persone. Poco tempo per fare tattica, il ritmo è alto, almeno per le mie possibilità, e considerando che i miei due compagni di viaggio sono ossi duri e che l'indomani ho una gara molto tosta, decido di riposarmi un pò tirando il fiato. A 300 metri dal traguardo approfitto della mia agilità in salita e li stacco entrambi con una lunga volata, giungendo 6° assoluto in 17'56", tempo che reputo poco soddisfacente considerata la velocità del percorso. Dopo un bel rinfresco offerto dall'Athletic Team Sassari e le premiazioni mi dirigo a casa che è notte inoltrata, segno che ormai l'estate sta finendo.
L'indomani le nuvole si diradano, e vado ad Ossi per affrontare una gara di 14 km che abbraccia 3 comuni, che lo scorso anno avevo saltato per un altro infortunio. Al via di nuovo Ploner e Lambruschini, con Tanca che stavolta deve vedersela con un altro atleta del suo livello, assente il giorno prima. E' bello pensare alle lotte che ci sono là davanti, appartengono a un mondo che una volta o l'altra vorresti vedere da vicino, anche solo per sbaglio o per fortuna. Si presentano al via anche molti altri assenti a Stintino, tra cui avversari che dallo scorso anno cerco di inseguire finora senza successo. Molto presto mi rendo conto che era meglio restare a casa, perché questo tipo di percorso presenta una situazione a me molto antipatica: discese a rotta di collo. La mia bestia nera. Compensano le salite molto toste, terreno su cui recupero posizioni e metri da chi mi sta davanti. Stavolta è peggio del solito, con il tallone che pesta pesantemente nelle discese, e mi costringe a rallentare molto. Partenza che mi sembra tranquilla, da Ossi, provo il brivido di fare il primo km con il gruppo di quelli che si contendono il podio, prima di uscire dal paese e trovare la prima discesa che mi costringe a rallentare. Da dietro sento una scheggia impazzita che va ad affiancarsi a Lambruschini, è Davide, che come al solito ha una condotta di gara tutta personale ma che lascia trasparire la sua personalità forte. Dietro di lui, altri un pò più cauti mi superano, non dandomi possibilità di stare al passo. Un master olbiese molto bravo mi sorpassa e mi incita, mi conosce perché ci siamo trovati molte volte a percorrere lunghi tratti di strada insieme, e sa che siamo parigamba, nonostante lui sia un MM45, e immaginate quanto correva quando ne aveva molti di meno. Gli rispondo che non posso e proseguo sul mio passo. Le salite sono come macigni, prima di arrivare al primo paese, Tissi, è un continuo saliscendi più o meno intervallato da tratti relativamente agevoli, tra asfalto e pezzi di sterrato.
Davanti tengo sempre gli occhi puntati sul gruppo che mi precede, mentre con Davide inizia un piccolo tira e molla, con io che lo supero nelle salite e lui che mi riprende in discesa. Passiamo Tissi attraverso qualche gruppo di persone assiepate, e qui inizia una piccola crisi che mi giocherà un brutto scherzo. Per fortuna i rifornimenti idrici sono numerosi e abbondanti, altrimenti avrei lasciato perdere e sarei tornato ad Ossi in ambulanza. Usciamo da Tissi e inizia un tratto molto duro, dopo una lunga discesa ancora una volta a rotta di collo, ci si para davanti una salita che ha messo a dura prova la mia forza di volontà. La pendenza è talmente ripida che davanti a me qualcuno addirittura cammina tenendosi le ginocchia, permettendomi di recuperare terreno. E' questo pensiero a tenere vivo il fisico, e mentre continuiamo l'arrampicata cerco di non pensare nè al tallone nè alla fatica.. Arriviamo ad Usini, dove si preannuncia la fase cruciale della gara, chi ne ha bene, chi no... male. Ovvio. Davanti una persona si ferma per legarsi le scarpe, recupero in fretta e la supero. Gli altri sono vicini, relativamente, e a 4 km dal traguardo, sulla via di Ossi, la crisi passa e improvvisamente correre in salita mi è facile, recupero un'altra posizione  e provo ad attaccare gli altri 3, non lontanissimi, ma non sapendo quanto manca esattamente, venendo a mancare punti di riferimento, non so come dosare lo sforza. La distanza si accorcia, ma appena arrivati al paese dopo l'ultima estenuante salita è già tempo di arrivare, giungo al traguardo 8° assoluto, ancora una volta insoddisfatto del crono, 56'42".
Prima delle premiazioni un sontuoso rinfresco ci appaga dello sforzo, e lodevole l'idea di mettere a disposizione le docce, perché si era davvero madidi di sudore dopo la terribile scalata. Ora non mi resta che stringere i denti, e rinunciare, purtroppo, alla mezza maratona del 25 settembre a Usini, nonché delle gare che ci saranno da qui a un mese. Buone corse. O almeno spero...