mercoledì 25 aprile 2012

COSI' E' DECISO: MARATONA DI TORINO 2012

Foto di Antonello Vargiu
Lo faccio, ormai non mi tiro indietro, questo blog si chiama "Aspirante Maratoneta" e almeno una maratona la devo correre, altrimenti non ha senso. Su quale ricadrà la scelta? Maratona di Torino, per svariati motivi, il primo è che c'è abbastanza tempo per prepararla, il secondo che mia moglie ha parenti nel torinese che possono darci una mano, considerando che saremo in viaggio con nostro figlio non è cosa da poco, il terzo è che a differenza di quelle nostrane la Maratona di Torino ha migliaia di partecipanti, per cui lo stress della lunga distanza si farà sentire meno. Inoltre è una maratona affascinante, di una città che nel mio girovagare adolescente non ho mai visitato, dunque quale migliore occasione per farlo? La scelta di correre una maratona, e di correrla bene, influenzerà senza ombra di dubbio questa stagione, che comunque non sarebbe stata particolarmente brillante. In questo periodo continuerò con i normali allenamenti, e qualche gara, dopodiché prevederò un breve periodo di scarico dai lavori veloci e inizierò verso Luglio con la preparazione inanellando km a più non posso.

lunedì 16 aprile 2012

XXIV STRAOLBIA - 8,1 KM - 28'30"

 Come lo scorso anno, la Straolbia è un appuntamento da non perdere, sia per la qualità dell'organizzazione, che mira a preservare la sicurezza dei corridori lungo le strade della città, sia per la partecipazione di atleti provenienti da tutta l'isola, ma anche e soprattutto per la numerosissima partecipazione nelle gare riservate ai bambini, ai quali dobbiamo insegnare ad amare questo sport, dimostrando loro quanto può essere divertente e appagante. In fondo nei confronti delle nuove generazioni abbiamo questa grande responsabilità, l'educare a uno stile di vita sano, fisico e mentale, con un corpo efficiente e un grande rispetto per chi ha la nostra stessa passione, portandoli a non vedere nell'altro atleta un avversario, ma un compagno di corsa con il quale ci si può anche misurare, perché comunque l'agonismo è quel pizzico di sale in più che rende la corsa divertente.
Di nuovo in questa edizione c'è il punto di partenza, che viene situato all'interno della pista di atletica di recente fattura in un campo da calcio, e questo tronca i riferimenti con il tempo dello scorso anno. Dichiarati sono 8,5 km, di cui però 400 metri fatti come giro di ricognizione, una sorta di parata a ritmo lento prima di dare il via alla gara vera e propria. La nota dolente è il calo di iscrizioni, unico motivo per cui miglioro la classifica della scorsa edizione, non certo per un improvviso balzo di forma che naturalmente non ho, considerata la ormai conclamata cronicità del dolore al tallone e la scarsa qualità dei lavori, perderò infatti 4 secondi buoni al km di media. Un trend il calo di iscrizioni che riguarda purtroppo tutta l'isola, un pò per la crisi che sconsiglia di effettuare troppi spostamenti alla ricerca di qualche gara, un pò per la crisi dello sport in generale in Sardegna, che vede le liquidità di cassa e di sponsor assottigliarsi sempre più e la regione che continua a occuparsi quasi esclusivamente degli sport maggiori come il calcio, che da solo assorbe più del 90% di tutti i fondi nonostante questi vengano usati per la maggiore per pagare veri e propri stipendi a giocatori di infime categorie. E' grazie a questi atteggiamenti se molte persone si avvicinano tardi all'atletica, con il rimpianto di vederli fare cose ottime portandoti a pensare che se avessero iniziato da ragazzi ora sarebbero stati forse dei campioni. E' il caso ad esempio di Enzo Tanca, che ha 36 anni, ha iniziato da pochi anni a correre e ieri alla Milano City Marathon (sotto la pioggia!) registra 2h34', e di Filippo Salaris, che a 41 anni si scopre ultramaratoneta chiudendo 7° alla terribile Marathon des Sables. Talenti sprecati, ma di questo parlerò in un altro momento.
 Un grazie a Roberto Micheletti per le belle foto


Alla Straolbia arrivo con due obiettivi ben precisi, dare il massimo come faccio sempre e divertirmi. Obiettivi entrambi centrati, nel pregara è sempre il solito e piacevole scambio di chiacchere tra atleti, chi più mi conosce e chi meno, vedo anche qualche osso duro della gara di Ozieri, uno in particolare nuova leva molto in gamba dei master 40 che mi dirà poi di aver letto il mio blog, una cosa che mi fa sempre immenso piacere, ma oggi oltre ai master ci sono anche gli assoluti. Prima della partenza toccante minuto di raccoglimento per la morte del calciatore Morosini, dopodiché il giro di ricognizione. Faccio partire il cronometro quando completiamo la parata, in modo da avere un riferimento preciso finale su quale media realistica ho tenuto nella gara vera e propria. Siamo subito una decina di atleti a fare da apripista, il Sole ci accarezza che è una meraviglia, una manna nel freddo di questi giorni, provo a tenere il passo mentre usciti dal parco ci avviamo verso il centro abitato prima duna salita che da un pò il fiatone a tutti. Davanti tre si staccano e faranno gara a parte, dietro ci si sgrana a coppie, ognuno inizia il proprio duello personale. A differenza di altre volte, oggi trovo anche io la mia sfida personale, supero un atleta e ne raggiungo un altro, la nuova leva, che tiene il passo e ci alterniamo a tirare nel tentativo di recuperare terreno da un duetto davanti a noi. Per impostare un passo congeniale mi arrangio a lunghe falcate, aumentando di frequenza nelle leggere salite per non far stancare troppo le gambe. La stanchezza inizia ad entrare al 5° km, ma cerco di tenere duro. Davanti il duetto sembra avvicinarsi, ma dopo un pò allungano, e allora penso alla mia gara. Pian piano su alcuni saliscendi distacco il mio compagno di viaggio e provo a tenere duro per la parte finale, cercando l'arrivo con gli occhi finché non sento la voce dello speaker che mi dice che è quasi finita. Commetto l'errore di rilassarmi troppo, mi guardo un attimo dietro e vedo che si sta avvicinando qualcuno, spronandomi ad allungare nuovamente il passo per non perdere l'8° posto. Entro nella pista all'altezza dei 200 metri, prima di toccare l'amato manto rosso dò un'altra occhiata dietro, ma quell'altro non ha mollato e cerca ancora di riprendermi, allora do fondo alle mie riserve e attingo a quella che dopo la salita è una delle mie caratteristiche, che non usavo da un bel pò di tempo, lo sprint finale. Mi porto immediatamente in prima corsia e imposto il passo come se facessi i duecento piani, spingendo al massimo, e cerco di non cedere pur non sentendo rumori di passi dietro, arrivo al traguardo mantenendo la posizione e molto soddisfatto. Il dopo gara è molto piacevole, con un rinfresco a base di pizzette (ottime!) e panini offerti dagli sponsor, le gare dei bambini e le premiazioni, con una vagonata di coppe per i festanti giovanissimi, la medaglia finisher per tutti e infine ci guadagno un piccolo rimborso, una bella maglia da allenamento e due ottime bottiglie dell'ottimo vermentino di Gallura.

lunedì 2 aprile 2012

QUANDO L'ORO NON LUCCICA, STRINGI I DENTI E NON MOLLARE

Sembrava bello, ma sapevo che era effimero, e dunque dopo il rientro tanto sognato, arrivava di nuovo il riposo tanto temuto. Al lunedì lento, al martedì lentissimo, e al mercoledì lento agonizzante, il tendine di achille cede. Non proprio cede, ma la corsa è compromessa. Ma stavolta non mi frega, riposo forzato di quattro giorni, e oggi mi sveglio che sto bene. Ok, ho due settimane per preparare la Straolbia, e un mese e mezzo per la gara del paese dove abito, dove questa avventura è iniziata. Per il futuro: quando il tendine fa male, il riposo è l'unica soluzione per rimetterti in carreggiata. 4 giorni di riposo assoluto fanno perdere smalto, ma 4 mesi di infortunio sono peggio. Quindi rimbocchiamoci le maniche e riprendiamo da dove avevamo iniziato.