Contro il parere di mia moglie, che comprensibilmente mi fa notare che lunedì sarebbe festa, non posso mancare alla 29° Sassari-Osilo, una gara abbastanza massacrante perchè si snoda su un percorso di circa 14 km prevalentemente in salita, con l'ultimo tratto davvero terribile (per come me lo ricordo). Il motivo per cui voglio farla è una sfida a quello che ero. Anni fa in un ritorno di fiamma alla passione della corsa, mi ero iscritto come non competitivo a questa gara, nonostante fossi già in condizioni disperate: avevo smesso di correre da almeno 4 anni, attività fisica zero, alimentazione scorretta ma soprattutto tanti pacchi di sigarette avevano già asfaltato i miei polmoni. Vi basti sapere che soffrivo come un cane per ogni metro percorso, ed è stata un'agonia totale fino al traguardo, desiderando di fumare a più riprese. Ero in condizioni che più pietose è difficile trovarle, nonostante dietro di me avessi comunque numerosi corridori messi evidentemente peggio, e quell'esperienza mi segnò profondamente, facendomi accantonare completamente l'idea di correre, almeno fino all'anno scorso. Al traguardo facevo fatica a vedere chiaramente, e mi sentivo svenire (non mi sono MAI ritirato da una gara, per quanto fossi in condizioni disperate, per cui finii anche quella), mi avvicinai barcollante ai ristori finali dove trovai della cioccolata calda. Ne bevvi come fosse acqua, non ricordo neppure quante volte mi feci riempire il bicchiere, so solo che smisi quando sentii la pancia esageratamente gonfia. Appena mi sentii un pò più umano, mi accesi una sigaretta provando un'irresistibile voglia di essere a casa sdraiato sul mio divano, altro che correre. Il pensiero che nonostante le condizioni misere ero comunque riuscito a fare 14 km non mi rallegrò per nulla, e ci misi una pietra tombale sopra.
Lunedì tornerò su quella strada e scoperchierò quella pietra.
Sei veramente un atleta da eccessi ...prima il cuore e poi la testa ... io sono anni luce lontano da te ..ma forse semplicemente perchè il coraggio non lo vendono al mercato.
RispondiEliminaMi piace molto, e specialmente, il pezzo in cui dici che non ti sei mai ritirato!! è una cosa che ammiro molto e che da quando facevo pattinaggio e ciclismo ho tenuto sempre come uno dei miei punti principali... lo sport e le gare che si fanno si onorano anche nelle esperienze negative... e sono molto importanti.
RispondiEliminaSecondo me, a volte, il ritiro non è così male, permette di fermare danni ben più seri. Comunque, mi associo a Janco, il coraggio non si vende. E secondo me proverai parecchia soddisfazione togliendo quella pietra
RispondiElimina@ Gian Carlo, e il coraggio di correre una maratona? Ancora non so sen ne avrò io ;)
RispondiElimina@ Davide, l'ho sempre pensata così anch'io, non mi importa di arrivare trascinandomi, altrimenti avrei dovuto ritirarmi anche a Ploaghe, dove ero davvero ridotto al lumicino
@ Oliver, punti di vista diversi, ma ovviamente anch'io tengo alla mia salute, solo che quando sono in gioco passa in primo piano l'orgoglio. Spero davvero di lasciarmi dietro quel fantasma