sabato 22 gennaio 2011

QUANTO TEMPO...

Dura, sporca e pesante. La corsa campestre, o cross, se preferite, mette a dura prova la resistenza fisica, ma è stata una delle gare che mi è sempre piaciuta di più, e che mi ha regalato le mie uniche due qualificazioni ad un campionato italiano, prima con i campionati studenteschi e poi quelli ufficiali. Una delle peculiarità della corsa è la bizzarria dei percorsi, ricavati nei posti più impensabili, che a seconda dei giorni puoi trovarli duri come la pietra, quasi facendoti pentire di averti messo le chiodate, o talmente fangosi da affondare fino alle caviglie, chiedendoti se al posto dei chiodi da 9 (il massimo per un mezzofondista) non era meglio calzare dei rampini. Due volte mi sono ritrovato in mezzo alla neve, perché la tradizione vuole che questo tipo di gare si faccia in inverno, e vi assicuro che se è tosto ritrovarsi a correre nella neve, durante una campestre vi fa pentire di essere runners. Peggio di fare le siepi in pieno febbraio (fatte anche quelle).

Tutto questo per dire?

Che domani torno in mezzo al fango ad Olbia, dopo tanti, troppi anni che non calcavo la terra bagnata con scarpe da corsa. Non sono ancora al massimo, e guardando le classifiche della corrincentro mi sono un pochino demoralizzato nel vedere quante persone che ad ottobre non sarebbero nemmeno arrivate vicino a me mi abbiano superato, e anche di brutto. Devo recuperare condizione. Ma per il momento, farò questa campestre ugualmente come allenamento.

4 commenti:

  1. Tranquillo... io non vedo l'ora di gareggiare , sia con il fango che no... Ci si vede a Olbia

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  2. Non ti demoralizzare, hai ripreso da poco, e bruciare le tappe non è salutare. Buon divertimento!

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  3. le amo e le odio, le campestri: non vedi l'ora di correrle per poi pentirti un attimo dopo! oh, regolati....

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  4. Non ti demoralizzare e sfrutta i cross come allenamento, le qualità usciranno quando ritornerai al top della forma.
    9 mm il massimo? Stai scherzando! Io li ho usati stamattina su terreno ghiacciato qui a Torino, su fondo morbido e soprattutto fangoso sempre i 15 mm, tutto un altro grip!

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